Rafforzamento delle Indicazioni geografiche (IG), incentivi dedicati e blockchain per il controllo delle filiere. È su questo che Assonime, l’associazione delle società italiane per azioni, pone l’accento nel commentare con circolare del primo agosto 2024 la legge n. 206/2023 per la valorizzazione del made in Italy, entrata in vigore l’11 gennaio 2024. Andiamo con ordine.
Assonime ha evidenziato l’istituzione di un Fondo destinato alla protezione delle IG italiane e dei prodotti agroalimentari presso il ministero dell’agricoltura; la dotazione, però, appare contenuta: due mln di euro per il 2024/25. Le risorse finanziano attività di tutela giuridica e promozione, registrazione di marchi in paesi terzi, opposizione alla registrazione di marchi contrastanti e comunicazione mirata a migliorare la conoscenza delle IG italiane all’estero. Due le novità riscontrate per rafforzare la protezione delle IG:
Altro aspetto di interesse è la valorizzazione e tutela delle IG non agroalimentari, mediante un nuovo contrassegno ufficiale che attesti l’origine italiana delle merci. Dal dicembre 2025 si introdurrà, poi, un sistema uniforme di protezione delle IG per i prodotti artigianali e industriali. Alle regioni tocca identificare le produzioni tipiche esistenti e inviarne i dati al ministero delle imprese. Il dicastero con questi dati procederà con l’istituzione di un regime nazionale uniforme per il riconoscimento, la protezione e l’inclusione dei prodotti tipici nel futuro registro europeo delle IG industriali e artigianali, che sarà operativo entro la fine del 2025. Le associazioni di produttori possono ricevere contributi fino a 30.000 euro per le spese di consulenza tecnica nella redazione dei disciplinari di produzione, essenziali la registrazione di IG che sarà unica in tutta l’Ue, superando le registrazioni nazionali separate. Per essere protetti come IG, i prodotti devono:
a) provenire da un’area specifica;
b) avere qualità, reputazione o caratteristiche legate all’origine geografica;
c) avere almeno una fase di produzione nella zona designata.
Le domande saranno valutate a livello nazionale, poi inviate all’EUIPO per la registrazione europea, che verrà gestita tramite un registro operativo da dicembre 2025.
Viene previsto l’uso della tecnologia blockchain per tracciare e valorizzare le filiere Made in Italy, destinando 4 mln di euro nel 2023 e 26 mln nel 2024 a tali iniziative. Sarà istituito un catalogo nazionale per censire le soluzioni tecnologiche e i nodi infrastrutturali. Previsti anche contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato per le pmi che sviluppano progetti di ricerca applicata e tecnologici, specie nelle tecnologie blockchain. Questi progetti devono mirare alla realizzazione di sistemi di tracciabilità delle filiere produttive made in Italy, dalla produzione di materie prime fino alla distribuzione commerciale. L’obiettivo è fornire ai consumatori accesso a informazioni dettagliate su tracciabilità e provenienza dei prodotti.